L’ospite del primo incontro di Traiettorie di Sguardi, Silvano Petrosino, ha lasciato come compito ai
giovani presenti di allenarsi nel discriminare le storie buone dalle storie cattive.
Il secondo incontro di TDS che si è svolto domenica 18 novembre ha avuto come protagoniste due
storie buone: il cortometraggio tratto dal libro di Jean Giono L’uomo che piantava gli alberi e
quella di Efrem Morelli, atleta paraolimpico, medaglia di bronzo alle olimpiadi di Rio del 2016.
Il cortometraggio racconta la storia di questo pastore francese che con costanza, pazienza e
determinazione dedica parte della sua vita a piantare querce in una landa desolata del sud della
Francia. La sua opera, faticosa e senza un tornaconto personale, ha come effetto quello di ridare
vita ad una terra che era diventata arida ed abbandonata, che grazie al suo operare silenzioso
torna ad essere verde, ricca di vegetazione e di animali e in cui l’uomo trova piacere e felicità
nell’abitarla.
Questa storia, frutto dell’immaginazione dell’autore, dice però qualcosa a ciascuno di noi: ci invita,
infatti, a trasformare la nostra vita individuale in una narrazione buona. Ciascuno di noi con la sua
storia può essere generativo, aprirsi e permettere agli altri di aprirsi al futuro, di guardare al futuro
con speranza.
È quello che cerca di fare ogni giorno Efrem Morelli che incalzato dalle domande della platea dei
giovani ha condiviso il suo passato, il suo presente e il suo sguardo sul futuro.
Per Efrem sperare significa porsi sempre dei nuovi obiettivi, dei nuovi traguardi da raggiungere.
La sua vita ha subito un drastico cambio di direzione quando nel 2000 a causa di un incidente in
moto è rimasto paralizzato. Ma il suo agonismo e la sua voglia di mettersi in gioco nello sport non
l’hanno abbandonato. Anzi, scoperto – grazie alla riabilitazione – che l’acqua lo faceva stare bene
ha scelto il nuoto come sua seconda disciplina sportiva. Nuoto che l’ha portato a guadagnarsi la
medaglia di bronzo alle olimpiadi di Rio.
Ma lo sport non è il suo unico obiettivo; infatti, Efrem ha scelto di far conoscere ai ragazzi e ai
giovani la sua storia e il mondo dello sport paraolimpico per spronarli a non fermarsi davanti alle
difficoltà e a guardare al futuro sempre con determinazione e voglia di giocarsi il tutto per tutto.