Parole viventi: la testimonianza del vescovo Antonio

L’ultimo incontro di Traiettorie di Sguardi per l’anno 2018/2019 si è chiuso con la presenza del nostro vescovo Antonio che ha ricostruito la narrazione della sua vita e della sua vocazione attraverso il filo della Parola di Dio.

Il vescovo Antonio racconta che la sua famiglia d’origine non era particolarmente religiosa, in particolare gli uomini di famiglia – il padre e il nonno – erano tutti anticlericali. La mamma e le sue nonne invece erano più vicine alla fede, tant’è che sua nonna nel giorno della sua Cresima gli regala la Bibbia, dedicandogliela con parole che si riveleranno profetiche.

Dopo un periodo di lontananza dalla Chiesa, Antonio si avvicina all’esperienza dello scautismo, che gli permette di scoprire la
natura, di sperimentare l’amicizia, la misura del proprio limite, la bellezza dell’avventura ma anche del servizio. A sedici anni durante un campo presso la scuola regionale degli scout qualcosa in lui cambia e decide di dedicarsi al servizio educativo,
mettendosi in gioco per i più piccoli. Nello stesso periodo avviene l’incontro con un sacerdote molto umile che ha saputo parlargli e trasmettergli la bellezza della Parola.

A diciannove anni sente che Gesù lo sta chiamando, si confessa e il sacerdote gli dice di leggere il Vangelo di Luca 15 in particolare il capitolo dedicato alle parabole della misericordia.
Andando avanti intuisce che esiste una gioia più piena. All’età di vent’anni acquista una Bibbia in cerca di risposte e decide di
entrare in seminario. La Parola ha segnato il cammino della sua vocazione ma è andata in suo soccorso anche nei periodi bui e di sofferenza.

Il 5 novembre 2015 arriva a CREMONA. La prima cosa che viene chiesta ad un vescovo è quella di disegnare lo stemma e scegliere il motto. La sua scelta cade su “Servite il signore nella gioia” perché richiama alla ricerca della gioia, del desiderio di essere felici, alla scoperta del Signore e richiama alla dimensione del servizio.

L’invito del vescovo ai giovani presenti è quello di mettersi in dialogo con la Parola e cogliere la presenza significativa del Vangelo nella narrazione della propria vita.

Dom 20 novembre – Piano Forte

NOTE ORGANIZZATIVE
Ore 18,15 Oratorio Maristella, via Agreste 11

Ospite:
Roberto Cipelli: pianista e compositore, è uno dei fondatori del Paolo Fresu Quintet e artista Blu Note. Attualmente è docente di Pianoforte Jazz presso il Seminario Jazz di Nuoro. Dal gennaio 2007 insegna presso il conservatorio di Trento.

L’ascolto autentico è raro e difficile. Silenzio e ascolto si nutrono “reciprocamente”: è solo nel silenzio che la parola può “risuonare” nitidamente ed è lasciando che il nostro silenzio sia abitato da quanto abbiamo ascoltato in profondità che evitiamo di cadere nel “mutismo” o nel terrore del vuoto e del “non senso”. L’udito è l’albero maestro dei sensi: solo se sei capace di ascolto ti riuscirà di attingere all’immensa energia del verbo “amare”. Col potere evocativo di melodie e ritmi, la musica ci ricorda che amiamo non solamente con il corpo e la mente, ma con tutto il nostro essere. Grazie alla musica possiamo viaggiare nell’infinito e nell’eterno e ritornando nella piccolezza del nostro essere ci sorprendiamo rinnovati, rinvigoriti e affinati, scopriamo che di qualche frammento di mistero siamo riusciti a cogliere la pienezza di senso.

Dom 20 marzo – Le radici della memoria, le ali dei progetti

NOTE ORGANIZZATIVE
Ore 18.15 Oratorio Maristella, via Agreste 11 Cremona

Ospite: Silvano Petrosino, uno dei più seri interpreti dell’opera di E. Lévinas e J. Derrida. Docente di Teoria della Comunicazione e Filosofia Morale presso l’Università Cattolica di Milano e Piacenza. E’ autore di diverse pubblicazioni, tra cui: Lo stupore (Novara 1997, Madrid 2001) e Piccola metafisica della luce (Milano 2004). Testo, moralità e scrittura (2a ed. Milano 2008). Il sacrificio sospeso (Jaca Book, Milano 2000). Capovolgimenti. La casa non è una tana, l’economia non è il business (che articola una riflessione filosofia sul luogo soffermandosi in particolare sul tema dell’abitare, Milano 2008) e La scena umana. Grazie a Derrida e Lévinas (Milano 2010).

Il nostro pare essere “tempo opportuno” per riconquistare un respiro “di generazione in generazione”, nel quale riprendere il rapporto profondo con la propria filialità, con la relazione all’altro, con la consegna di futuro e con la capacità di inizio. Abbiamo il desiderio di fare sintesi nella nostra esistenza: una riflessione sul senso del trascorrere del tempo e sulle ragioni di una speranza che non vuole essere una mera utopia o una semplice fuga dal presente.

Domenica 19 dicembre – Bastone, conchiglia e bisaccia

“ (…) Voglio andare a Santiago, uscendo di casa, poco prima dell’alba. Ma non deve essere una fuga. Dovrò frugare più a fondo di dentro, per decidere. Il pellegrino è il vero cercatore di verità, perché solo la morte gli può impedire di giungere alla meta. Abbandona tutto. Rischia e paga di persona, con lo spirito e con il corpo. Con la persona tutta intera. Soprattutto il pellegrino è colui che cerca, accettando l’incalcolabile rischio di trovare veramente. A differenza di tutti gli intellettuali che cercano per cercare, ma in fondo hanno paura di trovare. Perché trovare significa non essere più quello che si era prima. E’ cambiare. E’ morire. Per rinascere. Ora anche Rabbi Nicodemo lo sa. (…)”. Davide Gandini, Il Portico della Gloria, E.D.B. pag. 18

  
Ospite: Davide Gandini
Insegna discipline giuridiche ed economiche all’Istituto “Giovanni Falcone” di Loano. È segretario generale del Piccolo Cottolengo genovese. È priore del Capitolo ligure della Confraternita di San Jacopo di Compostela di Perugia. È sposato e padre.
Tra le opere pubblicate: Il Portico della Gloria. Lourdes, Santiago de Compostela, Finisterre a piedi (E.D.B. 1996, 5^ristampa 2007), Per la speranza degli uomini. Vita di don Giovanni Calabria (Marietti, Genova, 1999); La strada buona. Appunti dopo Santiago (Marietti, Genova, 2008)