Un’eterna novità. Il senso della comunità nella vita cristiana

Il secondo incontro di TDS ha avuto come ospite Jhonny Dotti, cooperatore e imprenditore sociale,
amministratore unico di Welfare Italia, ma prima di tutto – come si definisce lui – marito e padre.
A lui è stato chiesto di far riflettere la platea di giovani sul tema della comunità a partire dal brano
di Atti degli Apostoli (capitolo 2, vv 42- 47).

La tesi attorno a cui l’ospite ha articolato il suo intervento è che se il singolo ricerca un rapporto
significativo con Dio al di fuori della comunità, questa ricerca è puro narcisismo. Il singolo rischia
un pericoloso decentramento.

La parola comunità negli anni si è pervertita e ha perso quel significato originario che troviamo nel
testo degli Atti degli Apostoli. È una parola che oggi rischia di diventare retorica.
Come recuperarla? In un sistema tecnocratico fondato sul binomio “mi piace/non mi piace” è
necessario ripensare al fatto che il Dio cristiano non è binario ma trinitario, è per natura
relazionale. Il Dio cristiano è dunque un Dio comunitario.

In una società che parla di individuo e non di persona, che crea il mito del “farsi da sé” e
dell’”appartamento”, il rischio di perdere questo senso comunitario è molto alto. Il cristiano è
dunque chiamato per sua natura a riscoprire il suo essere comunitario e a dare nuova vita
all’abitare, all’economia e alla politica proprio nel segno della comunità, dell’essere persona e non
dell’essere individuo, dell’essere con gli altri nella quotidianità e nella normalità a cui la vita mette
di fronte.